Donnerstag, 22. Juni 2017

Xigaze

Xigaze
Oggi comicia lentamente, dopo una colazione cinese, ricca ma alquanto sconosciuta...
Con un taxi scatenato arriviamo al Monastero di Xigaze, sede non usata attualmente dal Panchen Lama (11 e a Pechino e no qui)..
Siamo i soli turisti, e l'area piena di edifici e piena di tibetani nomadi o cittadini, in costumi tradizionali e non, che seguono in senso orario il percorso tra i vari edifici, prayer wheels, stupa, con barattoli di cera. Sono sorridenti, si lasciano fotografare e ci fotografano. Tutti hanno il telefonino, anche signore anziane quasi più di la che qua.
Per i monaci Apple è un grande sponsor, perché ha impostato il tibetano come lingua...
Visitiamo gli edifici, con il piu grande Budda interno, la tomba del decimo Panchen lama, la tomba del quarto Panchen lama e quella del nono e di quelli precedenti. Tutti sono di legno massiccio, con un'iconografia indiana, molto colorata. Durante la rivoluzione culturale hanno salvato molte delle scritture e statue più piccole, ma ci sono stati danni notevoli, ora invece lo stanno rimettendo tutto a posto e ci sono gruppi di cinesi che arrivano come turisti.
La parte religiosa è difficile da capire, secondo la guida tutti i pellegrini vengono e seguono il cammino e fanno offerte di burro, cera, orzo caramelle e soldini senza in realtà capire nulla ( nonostante le sue spiegazioni io stessa di fronte alla vastità dei budda, lama, protettori non sono  più ferrata).
I monaci collezionano le offerte, i vecchi seduti in angoli fanno una specie di benedizione, distribuendo palline di orzo e formaggio secco con acqua benedetta. L'odore di burro e cera, nonche quello dei pellegrini rimane nel naso. Facciamo una visita accurata e molto soddisfacente, uscendo mangiamo in una tea house tipica, tra pellegrini, monaci e famigliole i nostri momo e dumpling. Ci separiamo dalla guida e ci diamo allo shopping frenetico di Domenico, oggetti di varia natura e uso, con contrattazioni spietate. Ahime il contenuto degli acquisti lo sapranno solo forse i figli e gli amici zurighesi, prima che vengano messi in cantina o distribuiti nelle varie case ( anticipazione: 2 pecore di bronzo, accessori per cinture..). La citta vecchia ha un mercatino locale di collanine e perline, misto a stand di pecore secche.
Da li risaliamo alla fortezza Dzongh, impressionante con pareti alte e bianche, attraversando vecchie casette, in parte ricostruite. Da li c'è una vista sulla piana, con città vecchia e nuova.
Prendiamo una specie di Ape elettrica come taxi, l'uomo nonostante la scritta in cinese e tibetano e la mappa non ci vuole portare in albergo, ma saliamo e domenico con mapsme gli da le spiegazioni e lui tutto contento ci porta in albergo. Dopo un'ora di contatti via email e telefonici con i familiari, ritorniamo al monastero, per fare la khora, cioè il giro esterno dei pellegrini, sul sentiero pieno di prayer wheels e panchine per i pellegrini. I piu estremi, giovani o vecchi lo fanno prostrandosi a terra ogni 3 passi e di sicuro e piu lungo di un chilometro.
Rientriamo nel monastero sotto tuoni e fulmini, non ci sono piu i pellegrini ma gruppi cinesi, ma l'atmosfera rimane magica. Cena nepalese con bistecca di yak ( scelta da me, molto occidentale e criticata da domenico alle prese con una masala di agnello piccantissimo), acquisti sportivi e poi a nanna.

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