Donnerstag, 22. Juni 2017

10 Tappa Base Camp Everest - Xigaze


Alle 7 di mattina sorge il sole sull'Everest e noi finiamo di vestirci velocemente per fare fotografie. Siamo molto fortunati, il cielo  azzurro e si colora pian piano. Dopo la prima colazione con pancakes, decidiamo di risalire al campo base, questa volta con pulmino. È veramente spettacolare, freddo e ventoso. Ci rimettiamo in macchina verso le 10, questa volta faccio io i tornanti, dando la possibilità a Domenico che dorme meno bene di me di riposarsi. Una volta arrivati alla Friendship Highway ( Shanghai - Katmandu), ormai abituati alla qualità delle strade, facciamo una deviazione per una fortezza e monastero. In realtà la fortezza e su uno sperone di roccia e non si visita e il monastero e troppo lontano. Fa caldo e attraversiamo il paesino vecchio, pieno di negozi locali e tibetani piu che cinesi. Per arrivare al paesino attraversiamo una "ghost town", una serie di palazzine, piazze, monumenti semafori costruite dai cinesi per attirare i nomadi e i contadini, ma sovradimensionate. Ci fermiamo anche per mangiare momo fritti, la guida ci racconta meraviglie dell'albergo e della città che ci aspetta. La strada porta verso un passo a 5200 metri, purtroppo è piena di buche e di lavori in corso per ripararle e quindi facciamo soste forzate. Comincia a piovere e a grandinare, ma noi siamo cosi contenti dell'Everest che non possiamo dispiacerci alla mancata vista dell' intera catena. Abbiamo un momento di incertezza se fare una deviazione di 25 km per vedere il monastero di Sakay, ma proviamo e riusciamo ad entrare all'ultimo momento. È il primo monastero grande, sede dell'imperatore di Sakay, tutto grigio e con righe verticali rosse e bianche. Anche questo ha avuto danni gravi dalla rivoluzione culturale ed è stato ricostruito, compreso la città nuova nello stesso colore. È una fortezza con dentro molti monaci e arrivano anche le suore per sentire le lezioni. Parte delle statue è in ricostruzione fa impressione vedere mani e parti delle statue giacere per terra. Mi rimetto al volante e arriva di nuovo un nubifragio, con la sera si vede non bene, anche perché l'uso dei fanali non e noto e c'è un notevole traffico. Arrivo stremata alla città, in questo caso veramente la seconda città del Tibet con circa mezzo milione di abitanti e arriviamo polverosi e puzzolenti in un albergo a 5 stelle, nuovissimo con un personale che non spiccica una parola di inglese.Ci fiondiamo in stanza, ma sono le 10 di sera, quindi la guida ci porta in un ristorante tipico di Lanzhou, ordina noodles piccanti e non, spiedini e ci abbandona.
Il lusso dell'albergo dopo la sera prima ci coccola, riprendiamo il contatto con internet ( la guida mi prende in giro perché in ogni locale anche sgrencio gli chiedo il wifi).                  

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