Montag, 19. Juni 2017

8 Tappa: Kalyash- Saga


Stanotte abbiamo scoperto la coperta elettrica, parte del letto caldo, parte più fresco. Alle 8, L'albergo sembra svuotato da tutti i pellegrini indiani, la colazione offre in aggiunta il butter the, imbevibile, almeno a colazione. Fuori e nuvoloso e con qualche leggera pioggerellina, siamo contenti di aver visto il monte ieri. Prendiamo una delle strade che porta in Nepal e che costeggia due bei laghi. La guida sparagnina ci fa fare una strada sterrata per arrivare al piccolo monastero di chui, dove siamo gli unici turisti. Da qui si gode una bellissima vista sul monte kalyasch che emerge dalle nuvole e sui due laghi. Arrivano due gruppi locali di pellegrini, che fanno velocemente la kora, giro in senso orario del monastero. Le donne usano orecchini di turchese e corallo, un vestito con una specie di grembiule colorato se sono sposate, le signore anziane hanno una pelle cotta dal sole e solcate da rughe. Gli uomini sopra una vestito normale, portano una specie di piumino cinese.
 Rassegnati a non vedere in pieno le cime, partiamo per la nostra lunga guidata odierna 550 km, il tempo cambia velocemente, si apre, si chiude, cambiano i colori e le prospettive. Si intravede l'Annapurna che svetta potente sopra un massiccio innevato. Seguiamo le acque cristalline del Bramaputra, prima largo sulla piana e poi comincia la sua lenta discesa. Due passi, che ormai non ci scuotono più di tanto, vari check point, e chilometri di strada lunga e dritta. Ai checkpoint riconosciamo i vari gruppi, finora nessun occidentale. Le pianure sono secche, in lontananza si vedono gli asini selvatici, greggi di capre e pecore e yak e tzo( incrocio maschile tra yak e mucca). Ogni circa 50 km sono in costruzione villaggi, stile tibetano ( che noi non abbiamo ancora visto in realtà) con bandiere cinese, pensate per i nomadi. Sulla strada si aprono ristorantini e verso al fine del villaggio i meccanici. È chiaro il colonialismo cinese. 
Ci fermiamo per una sosta in un ristorante islamico, scelto dalla guida sempre molto attento all'igiene. In tutti i posti si trova internet e wifi.
La strada attraversa ora delle grosse dune di sabbia, il paesaggio è veramente grandioso e cambia in continuazione anche per via della luce. 
È talmente maestoso che il mio ipad o iphone non riescono a rendere le viste. Arriviamo belli cotti, ma tranquilli in questa cittadina, (2 strade invece di una), dove l'albergo brand new non prende i turisti stranieri, mentre incontriamo i primi turisti nel nostro albergo piu vecchio. 
Stasera cena tibetana, curry tibetano di yak e riso e yak.
Stiamo andando molto veloci, tagliando le tappe. La povera guida prova a dirci di fare una pausa per pranzo o la sera, ma si adatta velocemente ai nostri cambiamenti: domani base camp dell'everest.
In macchina parliamo con lui,sentiamo la musica, organizzata quest'anno in maniera professionale e chiacchieriamo, controllando circa ogni due ore la repubblica e chattando con Giulia la mattina presto. 

Il sole batte forte e sulla macchina nera ha un effetto termosifone, ma le temperature esterne sono tra i 5 e i 10 gradi.

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