Freitag, 30. Juni 2017

16 Tappa: Markham - Feila Si - Yunnan

Purtroppo la pioggia e una nebbiolina, segno dell'arrivo della stagione delle piogge, ci accompagnano tutto il giorno. Oggi la tappa non era lunga, abbiamo seguito prima una valle verde con tante case tradizionali, molto belle e decorate, ai piedi della montagna. Il lavoro dei campi è ancora a mano, ma sono curatissimi. Ci fermiamo in un monastero locale, 4 vecchietti sdendati stanno facendo la cora, un monaco ci apre la struttura, campagnola, ma con i suoi murales, budda decorati e offerte di burro di yak. Saliamo un primo passo in una foresta verde, che si intravede a malapena, mentre dall'altra parte a precipizio e più brulla vediamo il canyon  del Mekong. Peccato per le foto, ma la luce manca del tutto. Attraversiamo senza accorgercene il "confine" Tibet - Yunnan, che in questa parte é ancora in prevalenza abitata da tibetani. In quest'area si trova l'unica chiesa cattolica, con ancora un prete, fondata dai missionari francesi. E bufa con una struttura tibetana e il suo campanile bianco. Attrazione lungo la strada sono le saline, per cui decidiamo di investire nel biglietto e nella tenuta della nostra macchina. In effetti la strada , molto stretta e a picco, scende quasi a precipizio sul fiume, in aggiunta alla pioggia e quindi al fondo viscido e alla caduta massi.
Quasi mi pento di aver insistito, ma Domenico è molto attento. Attraversiamo il ponte e si apre un villaggio con case tradizionali, la strada si ferma ad un parcheggio per turisti appena finito.
Procediamo a piedi e arriviamo a delle terrazze su palafitte, su cui viene lasciato seccare la brina proveniente da sorgenti termali sul fiume, che la gente recupera e stende. Oggi piove quindi sono allagate, ma sui cartelli c'è la spiegazione che una parte della valle ha il sale rosa, l'altra riva bianco e che questa salina e attiva da almeno 1300 anni ed era l'unico sale che era trasportato in Tibet. Penso che sia il famoso sale rosa dell'Himalaya, non si pensa mai da dove e come vengano certi prodotti. Le signore locali ne vendono 3 tipi, uno da usare come sale da bagno, rosso marrone come la roccia intorno, uno bianco e uno rosato (il colore rosa piu intenso viene prodotto a marzo). Kalsang che non era mai stato qui, cerca di rispondere alle mille domande tecniche di Domenico, chiedendo il parere della gente. Poi entusiasta ci invita a mangiare in una casa locale i migliori noodle del Tibet. In effetti entriamo in una casa tradizionale e 4 donne ci preparano i noodle, servendoli in un modo strano: prima mettono i tagliolini in una coppetta, a cui aggiungono separatamente il brodo, la carne condita già cotta (in questi caso di maiale) e qualche foglia di erbetta e mentre mangi la coppetta te ne aggiungono man mano degli altri, sempre serviti in una coppa. Noi ci siamo fermati al 4 refill, la guida 8. La risalita è stata ardita ma con successo, breve pausa nel museo locale senza elettricità, con foto del trasporto del sale e poi di nuovo in macchina. Pensavo che lungo il fiume fosse più facile guidare e mi sono offerta; ahimè era una specie di gincana tra sassi e massi caduti, fango e pozze, corsie strette a senso unico non  definito, al limite con il fiume impetuoso e spesso senza barriera o in frana. Ho apprezzato le strade cinesi e sono stata contenta di non aver fatto tutto il viaggio cosi. Abbandonato il Mekong siamo risaliti in quota e ora siamo in camera con vista sul ghiacciaio  del Kawa Carpo, che abbiamo solo intravisto, ma siamo fiduciosi (!) per l'alba.

Keine Kommentare:

Kommentar veröffentlichen