Quasi mi pento di aver insistito, ma Domenico è molto attento. Attraversiamo il ponte e si apre un villaggio con case tradizionali, la strada si ferma ad un parcheggio per turisti appena finito.
Procediamo a piedi e arriviamo a delle terrazze su palafitte, su cui viene lasciato seccare la brina proveniente da sorgenti termali sul fiume, che la gente recupera e stende. Oggi piove quindi sono allagate, ma sui cartelli c'è la spiegazione che una parte della valle ha il sale rosa, l'altra riva bianco e che questa salina e attiva da almeno 1300 anni ed era l'unico sale che era trasportato in Tibet. Penso che sia il famoso sale rosa dell'Himalaya, non si pensa mai da dove e come vengano certi prodotti. Le signore locali ne vendono 3 tipi, uno da usare come sale da bagno, rosso marrone come la roccia intorno, uno bianco e uno rosato (il colore rosa piu intenso viene prodotto a marzo). Kalsang che non era mai stato qui, cerca di rispondere alle mille domande tecniche di Domenico, chiedendo il parere della gente. Poi entusiasta ci invita a mangiare in una casa locale i migliori noodle del Tibet. In effetti entriamo in una casa tradizionale e 4 donne ci preparano i noodle, servendoli in un modo strano: prima mettono i tagliolini in una coppetta, a cui aggiungono separatamente il brodo, la carne condita già cotta (in questi caso di maiale) e qualche foglia di erbetta e mentre mangi la coppetta te ne aggiungono man mano degli altri, sempre serviti in una coppa. Noi ci siamo fermati al 4 refill, la guida 8. La risalita è stata ardita ma con successo, breve pausa nel museo locale senza elettricità, con foto del trasporto del sale e poi di nuovo in macchina. Pensavo che lungo il fiume fosse più facile guidare e mi sono offerta; ahimè era una specie di gincana tra sassi e massi caduti, fango e pozze, corsie strette a senso unico non definito, al limite con il fiume impetuoso e spesso senza barriera o in frana. Ho apprezzato le strade cinesi e sono stata contenta di non aver fatto tutto il viaggio cosi. Abbandonato il Mekong siamo risaliti in quota e ora siamo in camera con vista sul ghiacciaio del Kawa Carpo, che abbiamo solo intravisto, ma siamo fiduciosi (!) per l'alba.
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