Sonntag, 25. Juni 2017

Lhasa

Dopo una breve nuotata nella splendida piscina dello Shangri-La, sotto una leggera pioggerellina, partiamo per la visita turistica di Lhasa. Cominciamo con la kora del Potala ( circuito esterno) con molti pellegrini. I negozietti sono strapieni di cibo, tra cui panini, yogurt, e patate fritte sul momento, che noi ovviamente prendiamo subito limitando la razione di peperoncino e altre spezie. Oggi e domenica ed e tutti aperto, ma al circuito sono presenti molte generazioni, con tanti bimbi piccoli e nonni di età indefinibile, vestiti tradizionali ma anche tanta roba moderna. La guida ci aspetta con ansia perchè i biglietti del potala oltre ad essere molto costosi e con diritti di prenotazione per un tempo definito vanno rispettati. Effettivamente c'è una calca notevole, soprattutto di cinesi e una coda che funziona fino ad ottenere l'accesso ma poi diventa una bolgia, tra cinesi e pellegrini che spingono in tutte le direzioni. Diciamo che questo aspetto risulta dominante perchè si ha solo un'ora a disposizione e le camere sono strette, peccato. La storia si intreccia con la politica e la geografia, le tradizioni e la mitologia. Le statue crescono, perché la gente offre oro e vengono aggiunti pezzi o rifacimenti, la manutenzione dell' intero complesso vieneSovvenzionata dai biglietti e il problema principale risulta il fuoco ( mi sono chiesta cosa potrebbe succedere in caso di incendio). Durante la rivoluzione culturale il palazzo è stato risparmiato, in ogni stanza c'è il trono vuoto del dalai lama.
Finita la breve e intensa visita del Potala, non del tutto soddisfacente, chiedo di fare una pausa pranzo leggera. Qui non abbiamo visto dolci o dessert, ma la guida capisce il mio desiderio e ci fa entrare in un negozio microscopico di sciarpe e vestiti per monaci, nel cui retrobottega mangiano pellegrini e monaci. Ordiniamo un sweet tee (te con latte), yogurt di yak, tsanga( palline di burro di yak e farina di orzo, per noi anche con zucchero) e pane locale. Mangiamo temendo il peggio, ma rimaniamo sanissimi.
Dopo pranzo torniamo nella piazza principale difronte al tempio, c'è meno polizia di ieri sera, ma la guida mi indica i cecchini sui tetti pronti ad intervenire. In realtà, mentre i pellegrini fanno i giri, dentro al tempio ci sono prevalentemente turisti cinesi e qualche volta gruppo europeo. La storia del tempio è molto complicata, ma di origine nepalese (legno di sandalo e decorazione lignee delle porte, stile Katmandu) e insieme cinese ( tetti d'oro) con all'interno una delle due statue che rappresentano Budda giovane.
Domenico prova a questionare sulle singole interpretazioni, ma si sta facendo una cultura e riconosce le foto dei diversi lama e forme di Budda. Io sono e resto molto più ignorante. Liberiamo la guida e ci scateniamo per lo shopping, che ci dà grandi soddisfazioni. Figli attenti che arriva qualcosa di inaspettato! I prezzi sono elevati, i venditori di antichità non mostrano il minimo interesse a noi europei, e continuano a mangiare e vedere filmine sul telefonino invece di provare a vendere.
Oggi e la fine del ramadan e il quartiere mussulmano pullula di attività e preparativi per la cena. Noi invece andiamo sotto indicazione della guida in una scaletta losca dove invece troviamo un locale molto fancy  tibetan fusion, con musica locale e hot pot tibetana.
Da domani ricomincia il viaggio e abbandoniamo il lusso.

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