Freitag, 23. Juni 2017

11 Tappa: Xigaze - Lhasa


Partenza tranquilla, a parte i cento turisti cinesi a fare colazione e nell'atrio, molti giovani, molti fumatori con mise improponibili. La strada attraversa la zona agricola di Xigaze, campi di colza e grano, serre di fragole e cocomeri, quando è stagione. Per strada ci sono "api" con contadini a bordo o bambini da accompagnare a scuola, gipponi, pullman tibetani, minibus di turisti. Tutto nuovo di pacca, tranne i passeggeri. La prima meta è il monastero di Gyantse Kumbum, che occupa tutta una collina a ridosso di una cittadina vecchia, in fase di ricostruzione. Sembra un po' dimessa, ci sono i soliti pellegrini. La guida ripete tutti. Nomi impossibili delle varie figure, Domenico corregge e fa domande, a me sembrano tutti differenti e non conta il colore, le mani, le facce per orientarmi. Chiedo il secolo per dare un contributo alla discussione. Di particolare qui ci sono le statue di fango e la stanza dei protettori, ma sempre all' interno del monastero si può salire su uno stupa a 5 piani, con cellette aperte verso l'esterno e una splendida vista sul monastero, i pellegrini seduti a fare picnic o nel giro di preghiera e sul castello che dominava la città. La tappa successiva ci porta ad un lago artificiale di colore cristallino, che non ci emoziona più di tanto. La strada risale e arriva ai ghiacciai, il paesaggio e molto bello. Nel frattempo le nuvole si scuriscono, le. Montagne sono innevate. Ulteriore passo, mini trattativa per comprare due oggetti inutili senza successo e poi io chiedo di fare una deviazione per visitare il monastero di Samding, l'unico diretto da una donna ( che sta a Lhasa). Siamo soli in mezzo a tanti monaci giovani che preparano danze, più anziani che fanno il mandala di sabbia, e quelli che cuciono gli ornamenti. La vista è su un lago sacro Yamdrok tso, che costeggiamo a lungo per dirigerci verso Lhasa. Ai parcheggi con punti di vista oltre alle solite bancarelle, grossi cani di tipo mastino tibetano vengono messi in mostra per farsi la fotografia, in un altro cammelli. La strada risale e riscende con molti tornanti, attraversiamo un affluente del bramaputra e arriviamo a Lhasa con l'autostrada. La città e modernissima, piena di grattacieli in costruzione e striscioni di propaganda. Noi smontiamo i nostri bagagli, polverosi e numerosi allo Shangri-La dove dormiremo nel lusso per i prossimi giorni. La cena ha messo ha dura prova i nostri vestiti e la nostra abilità con le bacchette, avendo scelto un ristorante con fonduta cinese/tibetana ( olio/ brodo) in cui infilare spiedini scelti da noi, di non chiara provenienza e molto scivolosi.

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