Sonntag, 31. Juli 2016

Ventesima Tappa -Bukhara,Uzbekistan

La descrizione di ieri non era molto felice, ma una volta superata la dogana, la strada ci ha portato velocemente a Bukhara. Ci siamo persi nei vicoletti locali, facendo angoli assurdi con la nostra macchina fino ad arrivare praticamente in centro in un hotel dentro una casa tradizionale del 1800. Ci siamo messi in moto a piedi subito e persi nei vicoletti e nelle piazze piene di edifici color sabbia e con decorazione e mattonelle, e poi moschee, madrasse e minareti. Gli ultimi raggi del sole li abbiamo presi su una terrazza, con vista su una torre del 1000 fiancheggiata da una madrassa e una moschea. Veramente splendido. La vista era cosi bella che la signora ci h tentato con la cena e l'abbiamo gustata con vista! Plov piatto tradizionale a base di riso, carote e brodo di pecora e ravioli ( tipo momo tibetani) con zucca, patate o carne. Melanzane grigliate ad insalata con pomodori, melone e yogurt e il pane locale. Sulla piazza bambini in bicicletta, carrozzine, signore. Finita la cena era buio e siamo passati nella parte più vivace, una strada piena di locali, bar e ristoranti ai lati di edifici storici. In un ristorante ballavano con musica locale, ci siamo fermati a guardarlo dall'altro e una vecchia signora mi ha preso la mano e cominciato a ballare con me (!). Sono stata strappata alla signora, da un passante vecchio, in camicia bianca e con tutti i denti d'oro e ho seguito malamente le sue mosse, in una folla crescente di pubblico e foto. Qui si vedono turisti e ci sono negozi di souvenir. Anche qui si pratica un cambio nero, alla luce del sole. Ci sediamo in un bar locale strapieno di famiglie, di fronte a noi due donne che ci hanno offerto di dividere il tavolino e ci offrono dolci locali. Ordiniamo il nostro tè, come tutti gli altri e i dolcetti locali, chiedo timidamente se sanno l' inglese e la ragazza giovane, ci risponde in un buon inglese e cominciamo a chiacchierare sulla sua famiglia (azera, cresciuta in kasakistan e ora a Taschenkt), dei costumi locali, dei suoi sogni di lavoro, etc. La madre segue, si capisce che si sforza di capire ma parla solo russo. In Uzbekistan la parte della capitale parla russo e uzbeko, qui si parla tajiko. Ci riempiono di dolcetti, ci offrono il te e sono pronte ad aiutare e incontrare Matteo. Alle 11 di sera riusciamo a fare gli auguri direttamente a papà (87 ben portati) e a parlare con Tommaso, che sembra essersi ambientato molto velocemente al clima sperlongano

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