Freitag, 29. Juli 2016

Quattordicesima tappa -Qazvim, Iran

Cena interessante, anche se fare l'ordine con un menu solo in iraniano e senza foto non e semplice, mangiato una specie di sartu di riso farcito con il pollo e un cosciotto di agnello. Risulta che andiamo al ristorante alle 8 mentre la gente qui arriva verso le 9-9.30. In Iran si paga solo in contanti e 100000 rial sono 3 euro, una buona cena costa circa 10- 15 euro a testa o un milione di rial in due. Dopo cena ci siamo fermati nell'albergo dove nel giardino e finalmente arrivato un po di vento. Partenza fresca alle 7.40 uscita facile dalla città, qualche nuvola all' orizzonte. L'autostrada per Tehran è a 3 corsie, poco traffico e molti caselli per il pagamento di cifre irrisorie. La strada scende  lungo una valle bellissima, con rocce coloratissime, piccoli villaggi di fango, e sui lati delle strade bancarelle di frutta prima albicocche e poi cocomeri e meloni. Arrivati nella pianura la temperatura si rialza ma alle 12.30 arriviamo dopo 460 km a Qazvin. Abbiamo scelto la strategia di avere alberghi con parcheggio, non proprio in centro, ma di muoverci con taxi. L'albergo ci lascia senza parole, oltre agli stucchi bianchi all'esterno, ad un'illuminazione da vittoriale, ci sono scaloni e saloni di alabastro, il bagno ha un soffitto a fiori... Presentarsi al bazar alle 13 non e proprio una buona idea, qui si usa la siesta per i monumenti. Il bazar e stato in parte ricostruito ed e occupato da negozi, ci spostiamo nella parte vitale, con ampi corridori pieni di frutta fresca e secca, molta uva, ciliegie, pesche, meloni..... Mischiati a utensili per cucina, vestiti, elettrodomestici. Tutto pulitissimo e vivace. I macellai che vendono solo grasso di pecora, o solo teste o piedi, si trovano nelle parti esterne con i pescivendoli e i fornai. Succo di carota e poi di nuovo al lavoro, ma il caldo ci fiacca e ci fermiamo in un baretto con aria condizionata molto trendy ( siamo soli) e ci concediamo una pausa con un sorbetto alla menta e cetriolo. Pur di non camminare oltre sotto la calura affronto il gioco delle carte, ma dopo una partita il ragazzo ci informa che e proibito giocare a carte in Iran. Leggiamo un po e poi ci rimettiamo in moto. Incontriamo un gruppo di signore, che attaccano bottone e mi spingono ad entrare oltre una porta chiusa e a visitare le stalle del caravanserraglio restaurate e piene di colonne. Veniamo accerchiate da altre signore che ci raccontano di essere insegnanti di liceo in pensione e ci raccontano della scuola separata tra uomini e donne, che le ragazze son piu brave e che le insegnanti donne non possono insegnare agli uomini. La traduttrice e una professoressa di inglese, che non lo ha mai praticamente usato, le altre la tempestano di domande. Questa volta ci concentriamo sui gioielli in particolare su sigilli di corniola, ma dobbiamo fare una puntata per cambiare i soldi. Qui sono tutti molto gentili a dare spiegazioni, ma tra il mancato inglese e le false stime dei metri, finiamo a fare chilometri.... Finito l'acquisto insisto per vedere i tappeti di Qazvin, ma i venditori molto onesti con quintali di tappeti ci dicono che non ci sono tappeti della regione. Non ci resta che concludere la visita turistica con una villa ottomana e una moschea, prima di entrare in un ristorante molto chic e ordinare metà del menu, in inglese e con foto. Tutto buonissimo accompagnato da litri di mojto non alcolico.



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