Sonntag, 31. Juli 2016

Diciannovesima tappa - confine Turkmenistan - Uzbekistan

 Propongo di rilassarci in piscina, non male con vista sull'albergo. Ci sono lettini e ombrelloni, un po di venticello, ci sistemiamo ma arriva un gruppo di turcomanni grassocci e rumorosi e ci grassocci e rumorosi e ci passa la voglia. Io scrivo il blog, Domenico lavora o dorme. Invece di prendere la macchina, ci avviamo lungo il canale, con giostre e parchetti. Sulla strada principale edifici nuovi bianchi ospitano di sicuro i matrimoni e appena ci affacciamo siamo invitati a sederci. Osserviamo solo la scena. In fondo alla sala piena di tavoli bianchi ci sono i due sposi, lei con il fazzoletto davanti alla bocca. Su un angolo donna con microfono e fotografo, nei tavolini donne e bambini da una parte e uomini dall'altra. Le donne tutte in costume tradizionale e le vecchie con 1000 denti d'oro. Sul tavolo cibo in gran quantità, salato e dolce insieme. 
Non accettiamo l' invito a cenare e vediamo in un angolo della strada principale un gran forno e barbecue. Saliamo al piano di sopra con delle inquietanti poltrone rosse che fanno da separazione per i tavoli da 8 e completamente alla cieca ordiniamo la cena, che risulta una zuppa, un kebab, un polletto senza petto e uno stufato di bue con cipolle e pomodori. Vengono vendute anche bevande alcoliche e ci prendiamo una birra locale. Sulla via del ritorno ripassiamo al matrimonio. Sui tavoli ora c'e grappa e birra e gli uomini insistono che domenico beva. Riusciamo a convincerli che rimaniamo solo per vedere lo spettacolo, ballerini locali con danze locali seguiti da tre ragazzotti locali che  ballano il break dance. Tante foto e poi riusciamo a liberarci. Abbiamo troppi soldi locali prelevati in banca e il cambio e estremamente sfavorevole, l'albergo non vuole prenderli e pretende dollari. Affrontiamo il problema la mattina alle 7 dove per accettare il pagamento in soldi locali, ci chiedono un cambio impossibile. Domenico protesta veementemente fa un giro nel bazar per vedere se si cambia meglio, poi convinciamo l'uomo ad accettare il cambio (sempre molto a nostro sfavore) e partiamo. lasciamo la città ed entriamo nel deserto, lunga una strada non tanto male, all'inizio ci sono cammelli poi più nessuno, deserto con dune di sabbia e vegetazione rada.  Due tre controlli di polizia, con grandi strette di mano. Arrivati a Turkemabad, seconda città del paese, facciamo benzina, laviamo la macchina e cerchiamo nel bazar (sempre di costituzione sovietica) ma con gran movimento di cambiare i soldi. Riusciamo nel nostro intento, attraversiamo il fiume Oxos su un ponte di barche ( molto costoso) e ci perdiamo nella campagna. La mia idea di fotografare tutti i cartelli con le indicazioni dei paesi verso cui stiamo andando è svanita, qui nessuna indicazione. Arriviamo alle 13.05 ad un cancello, ma i militari ci dicono che sono a mangiare e di aspettare le 14.00. Ci mettiamo sotto un albero e io scrivo mentre Domenico si riposa. Alle 14 ci aprono il cancello, arriviamo in una dogana con aria condizionata, ma sono andati a mangiare e ci dicono di aspettare le 15.00. Lentamente iniziano le operazioni, questa volta siamo soli, ci sono camion in file separate e 4 poveretti che sono a piedi e dietro di noi. Controllo veterinario, disinfezione della macchina( pozza sporca),  formulari, timbri, controllo delle medicine una ad uno, controllo delle foto sul telefonino, bagagli, motore e la lotta contro il computer per inserire i dati della macchina. Uscita dalla dogana senza forze ( ma per fortuna senza pipi) alle 17.00. E non so se può dire ancora inscialla! Penso a mio figlio matteo e se avrà pazienza e nervi saldi nel fare questo da solo. Penso anche al compleanno di mio padre e spero nell' internet stasera. Ma ne valeva la pena veramente!

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