Montag, 1. August 2016

Bukhara, Uzbekistan

Colazione sontuosa in albergo nella stanza da pranzo affrescata, con riso, porridge, crêpes, fichi, prugne, cocomeri e pesche, marmellate, pane. Rinforzati e di ottimo umore, ci perdiamo nelle stradine ancora non restaurate, piene di polvere e lavori in corso per raggiungere una vecchia moschea con 4 minareti. Qui si sta trasformando molto velocemente un un luogo turistico di massa, con negozi di souvenir, sciarpe di seta, vestiti, braccialetti, cuscini in ogni caravanserraglio. I tappeti non sono dominanti ma noi siamo alla ricerca di un bukhara. In ogni moschea e madrassa, ci sono piccoli musei, che contengono cianfrusaglie e vecchie foto. Qui provano a dire qualche parola in inglese, italiano e si lamentano della mancanza di turisti, per via della bassa stagione. Vediamo 2-3 gruppi ( italiani, cinesi, francesi) e qualche coppia. C'è un gran vento e si alza la sabbia del deserto, ma l'atmosfera rimane magica e calda, con tutte le mattonelle azzurre che luccicano. Alle 13.00 saliamo anche sul palazzo del khan, in parte in rovina che domina la città. Siamo stachanovisti e non facciamo pausa fino a quando tutte le rovine, moschee e musei non ci sono familiari, come tutti i venditori di souvenir. Facciamo una pausa all' ombra di un bar, lungo la fontana/laghetto centrale, per riprendere le forze e definire la strategia, con un te verde, qui molto diffuso e un gelato, del pomeriggio e degli acquisti. Abbiamo diversi oggetti di interesse: ceramiche locali, decorazione di tappeto sopra le porte, tappeto di Bukhara, vestiti, tovaglie forse sciarpe...Qui le signore usano meno il costume tradizionale, costituto da una specie di pigiamino con orlo ricamato in fondo ai pantaloni a mezza gamba e casacchina uguale, ma si vendono sciarpe già viste in Europa. Il mercato dei gioielli locali, che occupa una parte di un bazar è solo per loro e non ci sono oggetti di nostro interesse. Nella visita di un monumento vengo avvicinata anzi braccata da una signora che mi chiede di far conversazione in inglese, non hanno molte possibilità di praticarle e utilizzano i turisti per scambiare due parole. Entriamo un un negozio di tappeti e una giovane donna con un fratello insalanuta, ci spiega la differenza dei disegni e delle lane dei tappeti di Bukhara. Siamo subito attratti dai tappeti di pelle del collo del cammello baby.... molto più fini di quelli della schiena di cammello,  o di lana di pecora o capra e più sensibili al colore dato dalla melograna! Ne scegliamo due, ma non ci mettiamo ancora d'accordo sul prezzo. La ragazza insiste nel spedire e pagare quando li riceviamo, lei e sicura noi un po meno. Proseguiamo con l'acquisto di una teiera e 4 coppette con discussioni vivaci tra domenico e Zarina per 2 euro, con una giovane russa per i copriporta, i vestiti risultano impossibili addosso a me, visitiamo un caravenserraglio pieno di tappeti vecchi, ma molto rovinati e poi torniamo alla trattativa che finisce bene per i tappeti di cammello che saranno spediti. Tutti fanno molti complimenti a Domenico per la sua abilità a trattare e io mi limito come al solito alla scelta. Tramonto con vista sulle madrasse luccicanti e ottima cena nel ristorante locale con canzoni dal vivo e tanta gente. 

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