Samstag, 30. Juli 2016

Diciottesima tappa - Mary, Turkmenistan


L'uscita da Mashad e tranquilla, facciamo benzina e ci avviamo sulla strada verso la frontiera con il Turkmenistan, lungo la steppa gialla e poi attraversando nuove montagne colorate. Dal passetto si vede la pianura sconfinata, davanti a noi si apre un'area brulla e scompaiono paesi e macchine. Facciamo una pausa in un caravanserraglio sperduto nella steppa e restaurato, tutto recintato. Dal nulla spunta una signora, ci apre il cancello e siamo soli in questo luogo che 1000 anni fa ospitava le carovane. Spendiamo in nostri ultimi soldi in acqua ( un camionista ci offre la banzina) e affrontiamo la frontiera alle 13 iraniane. Siamo soli, in mezzo a camionisti di tutte le nazionalità, sono tutti molto gentili, ma il processo e lungo. Accanto a me nel salone passeggeri alcune donne turcomanne, nei vivaci costumi locali. Superato l'Iran passiamo nelle mani di giovani turcomanni, che parlano russo ma niente inglese. Molti formulari, molti sportelli, un lungo controllo della macchina e dopo 3 ore passiamo in Turkmenistan. Ci stiamo spostando verso est e quindi l'orologio viene spostato in avanti. La strada e unica senza indicazioni e piena di buche. I camion sono lenti, ma si sorpassano facilmente, il traffico locale e di macchine nuove e veloci che saltano su queste buche che sono veramente micidiali. Domenico non si accorge di uno stop e veniamo fermati dalla polizia locale che si accontenta di 20 dollari di multa.. Abbiamo una serie di controlli, registrano a mano e lenti tutti i dati della macchina e poi ci lasciano andare. Verso Mary, la strada si raddoppia, l'asfalto migliora e arriviamo ancora con la luce in una città pazzesca, fuori dalle nostre aspettative. Il presidente in carica, come il suo predecessore eletto con il 97% dei voti e su tutti i manifesti e statue dorate, gli edifici compreso il nostro albergo (finito l'anno scorso e di cui siamo gli unici ospiti) son nuovi di zecca, bianchi e colonnati e si illuminano con luci colorate di sera). Per la strada che e un vialone a 6 corsie passeggiano le donne tutte nel costume locale, vestito lungo, molto stretto con ricami al collo e gran foulard sospeso e colorato per le donne sposate. Non troviamo locali o bar e le distanze sono e ormi, prendiamo la macchina e sul nostro google arriviamo in un ristorante. Qui i ristoranti hanno stanzette separate e chiuse da porte o tende, noi chiediamo di mangiare nell'area comune ma siamo i soli. Il menu ha qualche foto, ci facciamo aiutare e ordiniamo l'insalata locale (pomodori e cetrioli), kebab e una specie di piadina riempita di carne e ahime coperta di ketchup. Il proprietario arriva, parla inglese, è fiero del suo ristorante turco dove il servizio non e sovietico...in albergo funziona internet, ma non whatsup e facebook. Mi rileggo le vicende di fede, vengo a conoscenza dei ladri a roma da mio padre.
La sera il rientro in albergo e ostacolato dalle spose: qui si sposano in bianco (o in costume tradizionale) con macchine anche tutte addobate e fanno rally per i vialoni cittadini, poi si piazzano difronte al nostro albergo per le foto in posa, con o senza marito e damigelle. Molto divertente, noi siamo coinvolti mentre la polizia passa in continuazione per evitare ingorghi stradali.

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