Samstag, 6. August 2016

Ventiquattresima tappa - Nel mezzo di niente,Tajikistan

 Dopo un sonno ristoratore e gli ultimi contatti con internet, facciamo una breve visita al mercato locale, pieno di bellissima frutta fresca, spezie, riso, te. Compriamo pesche ed uva, decidiamo di non prendere le fragoline....cerchiamo indicazioni sulla strada da prendere, ma le indicazioni  della lonely planet non sono più aggiornate, facciamo una rapida visita della città in macchina, visto la vastità della città e la monumentalità degli edifici e statue. Decidiamo per una via a sud, che non c'è nella carta e nel nostro GPS, ma è  asfaltata e veloce. Attraversa una prima catena di montagne, con un lago artificiale blu e frastagliato, ritorna nella pianura coltivata, diventa più stepposa, poi coltivata. È caldo ma non impossibile. Arrivati alla terza cittadina del paese, lasciamo la strada nuova e ci avviamo sulla strada con buche che si inerpica sulle montagne. Matteo è ala guida, molto attento, la strada sale su molti tornanti e arriva in un pianoro coltivato con gole profonde. Tutto è giallo. Ottimo umore, chiacchieriamo del più e del meno. Arrivati al passo verso le 14.00, cominciamo a vedere lavori n corso per la costruzione di una nuova strada da parte dei cinesi, superiamo due macchine lente, la strada e bloccata da una scavatrice, si sblocca e dopo duecento metri viene definitivamente bloccata da frane provocate. Ci dicono che ci vorranno almeno due ore per riaprirla. Nel frattempo arrivano altre macchine, qualche turista e molti locali, tra cui una giovane studentessa di medicina, che chiacchiera con noi. Dopo aver mangiato delle pesche buonissime, ci mettiamo all'ombra nel mezzo della polvere ad aspettare con fiducia la riapertura.  Nel frattempo la fila delle macchine aumenta, finisce il turno delle squadre cinesi al lavoro, vengono rimpiazzate, le macchine si accumulano sul percorso della gru che deve scaricare i sassi della strada... Alle 19.30 tutti in macchina e parte la grande corsa, noi siamo piazzati bene, e vediamo passare una mercedes....passiamo tra i primi con qualche difficoltà e ci aspettano 50 km di strada non buona, ormai il sole e calato e tutti corrono come dei matti. Matteo e Domenico mettono la musica a palla, la strada è tutte curve, tornanti, lavori, e molta molta discesa. Peccato non vederla, ma faceva paura. Arrivati a valle la strada costeggia il fiume che fa da confine tra Afganistan e Tajikistan. Si vedono poche luci da entrambe le parti, si sente il rumore del fiume. Decidiamo che il primo posto che ha possibilità di dormire è il nostro, ma non vediamo nulla. Nel mezzo della strada veniamo fermati dalle guardie, che a stento avevano una lampadina. Poi verso le 9.30 in un buio pesto e un cielo stellato da far paura troviamo un segnale di hotel: uno stanzone caldo, senza finestre con 5 letti. Domenico suggerisce di dormire fuori su una delle tavolate che usano loro a cielo aperto. Ci sono di sera 30 gradi. Mangiano una zuppa quasi al buio, che ci sembra buonissima, il signore ci ha portato i materassi giu, usiamo il nostro sacco lenzuolo, dentro il quale Domenico mi fa mettere la mia borsa pesantissima e i due si addormentano subito. Io leggo un po, arrivano camion a prendere acqua o dormire nella piattaforma accanto alla nostra. Certo pensare di dormire all'aperto, sulla strada al confine con l'Afganistan sembra molto più eroico di quanto non sia stato, senza troppi insetti (forse pulci) e con mille pause. Quando mi risveglio alle 5.00 i camion sono già andati via, non posso piu infrattarmi a fare una pipi e sveglio i due. Dopo un lavaggio di capelli sotto l'acqua gelata all'aperto ( ma vestita) e una colazione a base di una specie di creme fraiche, miele e te ci mettiamo in moto, in parte per vedere il percorso fatto al buio e poi verso Korogh. Le stime di Domenico erano più rosee, abbiamo seguito il fiume per 300 km, impetuoso e color fango, stretto senza ponti se non uno pedonale, e valli scoscese, montagne colorate e in cima la neve. Ci sono villaggi di fango in Afganistan, costruiscono ora la strada ma è ancora più impervia della nostra. Buchiamo la gomma ma in 10 minuti sono efficientissimi e la riparano in un lampo, attraversiamo pochi paesi qualche TIR pesante, con Domenico e Matteo che si alternano alla guida, difficoltosa per il continuo cambio di stato della strada piena di buchi e polverosa. Il panorama è grandioso. facciamo sosta per il pranzo e arriviamo a Korogh con la luce. Cena in un ristorante con la terrazza sopra il fiume. 

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