Sonntag, 14. August 2016

Ventottesima tappa - Karakul, Tajikistan

Mi sveglio presto, la padrona di casa sta mungendo gli(le) yak. L'aria è fresca e pungente, ma la notte non abbiamo sentito freddo. Facciamo colazione poi di nuovo in macchina. Incontriamo una macchina italiana che partecipa al Mongol Rally. Dopo un lungo tratto nell'altipiano piatto a più di 3500 metri, con yak, ruscelli e montagne innevate, la strada scende un pò e pian piano arriviamo a Murghab, cittadina principale dell'area. In realtà le mie aspettative sono deluse, sembra una baraccopoli, il mercato è nei container, la benzina venduta in taniche. L'unico hotel è abbastanza decadente, mangiamo il fast food locale, una specie di pizzetta con riempimento di carne di yak o di patate. Il gestore parla bene il tedesco, ci aiuta a fare i permessi per il parco e ci da suggerimenti per le gite. Internet non è ancora arrivato, sembra un posto fuori dal mondo e in realtà lo è. Riprendiamo la guida e facciamo una deviazione su una valle laterale, i colori delle rocce sono veramente eccezionali. Ci aspetta il passo di nuovo a più di 4000 metri, il cielo si annuvola. Notiamo sulla strada una staccionata e controllando sulle carte ci rendiamo conto che è la no man land zone con la Cina, che seguiremo per quasi 100 km. Siamo soli, la strada è buona, si sentono tuoni e le nuvole si fanno più nere. Sulla salita del passo, la neve sulle montagne è più vicina, mettiamo il nostro pullover, c'è una casa con una famigliola. Alle prese con i tornanti, siamo fermati da un tizio polacco che sta girando in motorino e non riesce a fare la salita, per mancanz di ossigeno. Domenico è attrezzato, tira fuori una corda rosa e lo trainiamo in salita. Arrivato al passo, ci ringrazia moltissimo, ci chiede di filmarlo, e ci fa sentire utili. Cerchiamo la pecora di Marco Polo, senza successo. La strada scende un pò, poi si stabilizza ad alta quota, incontriamo qualche ciclista, un sidecar. Si intravedono montagne più alte poco lontane e poi in lontananza il lago Karakul. Il paesaggio è spettacolare, il lago è circondato da montagne su tutti i lati, con ghiacciai e nevai vicini e lontani. Il paesino è piccolo, noi abbiamo prenotato un homestay che è vicino alla strada. La stanza è pulita, aspettano altri turisti. Chiedo un tè, ci sediamo al caldo mentre le donne con gli immancabili denti d'oro preparano i manti, ravioli con ripieno di patate, cipolle e carote. Matteo fa conversazione con due francesi anche loro ingaggiati nel Mongol rally, passa il nostro amico polacco, incontriamo la famiglia italiana con cui ci scambiamo un po di chiacchiere e esperienze.

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