Sonntag, 14. August 2016

Trentesima tappa -Kazarman, Kyrgystan


Dopo una colazione ricchissima con una specie di piatto di grano saraceno, peperonata, pancakes, frutta, uova fritte, marmellata di albicocche e di amarene, frittelle, yogurt, attraversiamo a piedi il ruscello, il cui ponte è stato portato via dalla pioggia e ci dirigiamo verso le cascate più vicine, deludenti ma chiaramente per i locali, con gli ultimi 100 metri pieni di bancarelle con oggetti assolutamente impossibili. Ripartiamo in macchina con meta Kaserman, unica cittadina prima di arrivare alla nostra meta. La strada non è data buona, ma ci dicono che sia fattibile. Prima torniamo sulla strada principale, diamo un passaggio ad una ragazzina tajika, che non parla una parola e alla fine ci vuole pagare. Controllo delle gomme e sosta a Jalal Abab, giusto per fare una pausa di ristoro sotto un sole cocente e visitare il bazar. Nel ristorante siamo i soli turisti ma e facile fare l'ordinativo, guardando nei diversi angoli dove c'è un ometto intento a cuocere degli spiedini, altri a fare ravioli, altri ad informare calzoni ripieni di carne. Cerchiamo un possibile internet, finiamo in un albergo sovietico, che ha perso tutti i suoi allori e clienti ma nella hall fatiscente troviamo rete...
Comincia l'avventura, pensavo fossero finite... Non c'è indicazione, ma non ci sono molte alternative. Io accuso il calo di tensione, ma il paesaggio lo solleva immediatamente. È completamente diverso, sembra un'Appennino centrale, la strada è stretta e ripida, ma per fortuna non ha piovuto. Nessun paese, pochissime macchine, molte arnie. Arriviamo ad un passo, ormai non ci facciamo caso se è sotto i 4000 metri e ci ributtiamo nella valle. Ogni tanto si vedono cimiteri in fango, con costruzioni merlate. I nostri compagni sono tanti cavalli, bellissimi con i piccoli e qualche gregge di pecora. Poche jurte con famigliole, ci fermiamo a salutarli. Diamo un passaggio ad un vecchia signora, superiamo camion di fieno cosi carichi da occupare tutta la strada. Paesaggi verdi sconfinati, questa vastità ci ha accompagnato in tutto il viaggio. Arriviamo a Kaserman e gli homestay sono tutti pieni, ma ci trovano alloggio in una casa di un signore, che ospita anche ingegneri cinesi che stanno lavorando all'ampliamento della strada. Il paese non offre molto, ci dirigiamo verso il caffè che ci hanno indicato, in mezzo alla polvere. Il posto è enorme, vuoto e caldo, dentro ci sono due ragazze e un menù vasto in russo. Non avendo nient'altro da fare, tiriamo fuori vocabolario e lista delle cose da mangiare e con grandi risate da parte delle ragazze e nostra ordiniamo.....
La cena è buona, proviamo a girare in macchina la cittadina di impronta sovietica, che offre ben poco. Qui in Tajikistan si può vendere l'alcool e oltre alla birra c'è una selezione di vodka da paura.

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