Dienstag, 2. August 2016

Ventunesima tappa - Samarcanda, Uzbekistan

Stamattina colazione sontuosa e di buon passo e voglia programmiamo il nostro giretto a Bukhara e gli ultimi acquisti: 2 vestiti per me  ( Domenico contratta meglio se c' è della quantità) e incredibilmente le prime ( e ultime) sciarpe di seta. Il daltonismo di Domenico lascia sempre esterrefatti i venditori a cui chiede sciarpe verdi puntando a blu... Come lasciarsi sfuggire una statuetta per il presepe, composto da 5 signori su una panca a bere tè?
La cittadina non ha più segreti per noi, siamo tristi di lasciarla, ma la strada ci aspetta. Prima però visita a due mausolei fuori dalle mura ( molto belli e antichi ) e un passaggio veloce al mercato locale, con bellissima frutta secca, fresca, formaggi, carne...
La strada non è bella, piena di buche e molto discontinua con semafori e controlli di polizia. Domenico ha il suo solito calo di tensione, le noccioline e l'acqua non funzionano, io prendo la guida e lui dorme.. Il paesaggio diventa sempre più arido, le coltivazioni sono solo di cotone, abbandoniamo il canale e il fiume di Bukhara per spostarci lentamente verso est, con un gran vento e caldo. Per chi non lo sapesse, non abbiamo l'aria condizionata, qui dobbiamo raggiungere un difficile equilibrio tra rumore, vento, aria.... Non si sente nemmeno la freccia, la radio e tutti i nostri CD rimangono inutilizzati come tutti i libri che ci siamo portati.
La descrizione del nostro albergo per 2 notti a Samarcanda non è entusiasmante, ma siamo di ottimo carattere e basta che sia pulito e fresco.
La città è di fattura sovietica, non delle peggiori, con grandi vialoni e parchi e alberi di pini, l'aria e piu fresca, l'albergo non particolarmente accogliente, per cui ci buttiamo immediatamente alla scoperta delle meraviglie turistiche, che sono veramente impressionanti e magnificenti. Domenico è affascinato dalla figura del tamerlano, ormai grazie ai pannelli di spiegazione sappiamo di tutte le sue prodezze e lo abbiamo seguito fina qua, e visitato la tomba, prevista in realtà per suo nipote. Attraversando a piedi i vialoni arriviamo ai 2 gruppi di madrasse, molto belle e diverse tra loro, con minareti decorati e cupole blu. Qui in Uzbekistan il muezzin è proibito e non ci sembrano particolarmente religiosi. Difronte a tutto, tomba di sultano, pietra del corano, si fermano due minuti e pregano. Ci sono gruppi locali di turisti, donne di una certa età in costume tradizionale immancabilmente con un sorriso d'oro zecchino che mi chiedono di fare foto e mi danno grandi abbracci. Io sono stasera un po stanca e quindi ceniamo presto ma poi non possiamo resistere ad un tavolino strategico, difronte alle moschee principali e il relativo gelato (abbastanza cattivo).

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