Donnerstag, 6. Juli 2017

Jinghong e dintorni


Oggi escursione comoda nelle vicinanze per visitare i villaggi di minoranze etniche. Dopo una selezione di tutte le colazioni, incontriamo Kalsang, completamente spaesato ma sempre presente e ci mettiamo in moto. Due errori dei navigatori e la notizia che il mercato chiude mettono Domenico di cattivo umore. La strada attraversa una pianura ben coltivata a riso, canna da zucchero, mais, con un notevole traffico. Un posto di blocco, pre-confine birmano ci rallenta, ma poi lasciamo la pianura per risalire la collina. Stanno rifacendo la strada, metà è di cemento, l'altra di sterrato con 30 cm di gradino che impedisce il passaggio da una all'altra. Tutti si muovono su quella di cemento e i passaggi, numerosi, sono al filo e aumentano i caprlli bianchi di Domenico. Quando arriviamo praticamente nel mezzo di nulla, troviamo un mercatino carino con poche persone e bancarelle, di cui solo alcune donne ed uomini anziani portano un abito pseudo tradizionale. La polizia ha tutti i nostri dati e chiama o Kalsang per dirgli di non avvicinarci oltre al confine. Un po' delusi, nonostante degli gnocchetti di riso dolci, cerchiamo un villaggio vicino. Sulla stradinasi vedo o 2 contadine che raccolgono il the, la strada ci porta in un villaggio dormiente, con le case di legno e tetti di ondulina, un tempio in ricostruzione di tipo thailandese e praticamente nessuno in giro. Le minoranze sono finite....
Ritornando ci fermiamo in un mercato più  grande, vivace, pieno di frutta tropicali, pesci, rane vive, tofu verdure di tutti i tipi.
Tornando in città sosta tecnica in un mall per comprare l'ennesima valigia. Il posto è molto chic, quello che noi vogliamo non è in vendita. In un specie di sottosuolo facciamo il nostro acquisto economico, "cinese" nel senso europeo.
Smontiamo la macchina, decidiamo cosa buttare, regalare, mantenere. Domenico non si rassegna all'idea di lasciare la macchina.
Per cena decidiamo di andare al mercatino notturno, ma arriviamo in un posto incredibile: sulla riva del Mekong hanno costruito dal nulla alberghi, templi, spianate, arene. Parcheggiamo e passeggiamo nel mercatino, tra souvenir e cibo, poi scegliamo un locale all'aperto che domina la scena. Arriva la manager giovane e ordiniamo una cena sontuosa con il translator. Cena veramente gustosa: zuppa di tre verdure selvatiche, un pesce intero in salsa di soia, un pollo arrostito con noccioline croccanti e una verdura, tutto senza peperoncino. Comincia la musica, la ragazza torna con due birre, continua a versare i bicchieri e comunicare con translator.
Lasciamo la Cina sbigottiti di quello che abbiamo visto, una Disney nel mezzo di nulla, con una ricchezza e uno sfarzo che non si immagina e che cambia la realtà sociale e geografica in uno due anni.

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